Lievitati DolciRicette

brioche classica (con ripieno o senza)

il caposaldo della mia cucina risiede tutto in una brioche;

mi somiglia addirittura:

-E’ tonda.

-E’ soffice

-Accoglie ogni tipo di farcitura

-Quando finisce sei dispiaciuta!!

ahahahahah, si, ho esagerato un pò; in realtà ho più difetti che pregi, ma cerco sempre di farmi perdonare 😉

dunque, dicevo; caposaldo della mia cucina, è la brioche;

la brioche, non questa, ma una sua antenata, nella mia mente nasceva fresca e fragrate dal panettiere o in pasticceria; ne avevo mangiata una buonissima e molto soffice in germania mezzo secolo prima dell’avvento dei social; praticamente QUANDO MANGIAVI QUALCOSA E NON DOVEVI PER FORZA FOTOGRAFARLA!

si non è una leggenda, sono successe davvero queste cose.

dunque, durante il mio viaggio in terra di Sassonia, ho mangiato la qualunque e nonostante la giovane età , non ero comunque graziata dal metabolismo veloce

🙂 🙂 🙂

per anni la morbidezza di quella brioche  mi ha inseguito ovunque , mettendo ogni volta a dura prova i vari competitors 🙂 🙂 🙂

alla fine , per buona pace mia , avevo trovato qualcosa di simile da un panettiere nel mio paese e amen. dimenticate le soffici trecce tedesche (e non vi dico i pretzel OH MEU DEU! di una bontà assurda) per anni , non credevo che si potesse fare così ,in casa.

non dimentichiamolo, IO ERO QUELLA CHE NON SAPEVA CUCINARE!

e voglio metterlo per inciso vostro onore:

mia nonna non faceva soffici brioche

mia madre no faceva soffici brioche

e mia sorella ha abbandonato del tutto la cucina per darsi al più ayurvedico delivery , tranne quando è a dieta; praticamente un giorno si e l’altro pure !!!

🙂 🙂 🙂 🙂

Quando ho iscritto Cerbero alla materna (quando ancora era una dolcissima Michelle) ho avuto modo, al pic nic di fine anno, di assaggiare un favoloso e soffice treccione dolce.

una brioche che aveva le dimensioni di un megalodonte .

enormissima.

sofficissima.

levissima ( 🙂 )

complimenti alla fattrice.

le avrei fatto gli applausi per avermi portato indietro nel tempo e riportato in avanti quel gusto idilliaco.

Meu deu! ma quanto amavo i lievitati senza ancora saperlo?

faboulus!

Ai saluti, timidamente chiedo se si può avere la ricetta.

“NO, fu la risposta; è difficile; è troppo difficile per te.”

colpita.Affondata.

ora e qui divago un attimo velocemente; sono certa di non avere indosso nessuna maglietta con su scritto incapace , tantomeno ricordo di aver detto

VORREI LA RICETTA DELL’ELISIR DI LUNGA VITA

ne tantomeno la posizione esatta del SACRO GRAAL.

siate sinceri; magari non proprio troppo; siate sinceri a patto di non offendere ecco!

perchè mai abbia pensato che fosse difficile fare una brioche, ancora oggi non so darmi la risposta; l’ho attribuita al fatto che essendo in quel periodo del mio colore naturale , abbia dato per scontato che fossi scema.

Bionda=scema

davvero. il clichè dei clichè.

io vedo lo dico, su alcune cose sono proprio anti sportiva.

me la sono legata al dito.

che sarà mai, mi sono detta, fare una brioche. eh sì che sono partita che sapevo fare solo poche cose e non mi ero mai addentrata nel mondo dei lievitati; mondo difficile è vero, ma solo se hai fretta, se non hai la pazienza di aspettare i tempi; una volta capite quelle quattro cinque cose, il gioco è praticamente fatto.

la differenza la fa innanzitutto la farina.

un lievitato lungo ha bisogno di una farina di forza; una coi muscoli che attiva tutta la magia glutinica come se la stesse prendendo a cazzotti.

e poi, le quantità di lievito , se usate troppo lievito saprà di panetto fermentato;

meglio poco, impastare prima ed ottenere un bel risultato; queste cose le ho imparate sul campo, sperimentando, leggendo ,sbagliando.

Alla festa di natale , sono tornata trionfante con una treccia talmente grossa che abbiamo dovuto chiamare la gru per entrarla

ahahahahahahhah!

non vi dico la faccia!

IMPAGABILE!

e ancora non conoscevo tutti i trucchi !

diciamo che a casa mia sono quotate come l’acqua; sono onnipresenti alle feste di tutti , grandi e piccoli , accontentano anche i palati più difficili e all’occorrenza, si possono congelare e tirare fuori e gustare come fresche dopo due secondi passate nel microonde.

da me finiscono troppo velocemente per essere congelate 🙂 🙂 🙂

“ed io che non porto rancore alcuno, quando chiudo i cerchi, chiudo definitivamente un capitolo e dopo, posso anche darvi una chance, ma non sarete mai gli stessi di prima nel mio cuore”

Siate sempre voi stessi, siate sempre sinceri, ma senza mai offendere.

ma basta, credo di aver parlato anche troppo !

vi lascio la ricetta:

ingredienti.

600 gr di farina 0/manitoba miscelate insieme

300 ml latte tiepido

7 gr di lievito fresco

100 gr di zucchero

2 uova medie

100 gr di burro morbido

1 cucchiaio di vaniglia

la buccia di un limone bio grattuggiato

10 gr sale

procedimento:

miscelate insieme le farine nella ciotola della planetaria (io santo ken)

unire lo zucchero e gli aromi.

intiepidire il latte e sciogliervi il lievito con una puntina di zucchero, aggiungerlo alle polveri ed iniziare ad impastare; unire le uova leggermente sbattute e se necessario (poichè molto dipende dalle farine che utilizzate , non finirò mai di dirlo) un altro goccino di latte; dev’essere un impasto morbido ma lavorabile.

iniziate ad impastare a velocità media fino a che l’impasto no si stacca dalle pareti; a questo punto, aggiungere il burro morbido a fiocchetti.

Far riprendere l’impasto nuovamente, i modo tale che assorba tutto il burro e non si stacca nuovamente dalle pareti della planetaria; solo a questo punto aggiungere il sale e continuare ad impastare per altri cinque minuti.

trasferire quando è pronto l’impasto su di un piano leggermente infarinato; pirlare (renderlo omogeneo tirando la pasta verso il basso avvolgendone i lati con le mani) e metterlo a lievitare in una ciotola leggermente infarinata in un luogo caldo. aspettare il raddoppio della pasta.

quando è pronta, dividerla in pezzi da 90 gr ognuno; di ogni pezzo, formare una palla, allargarla sul piano di lavoro e richiuderla portando i lembi verso il centro, sigillare la chiusura della brioche sulla parte che andrà sulla teglia.

Con il palmo della mano, pirlare la pallina roteandola delicatamente.

Posizionare in teglia distanziandole e porre a lievitare nuovamente.

quando sono raddoppiate (all’incirca ci vuole mezz’ora) pennellare delicatamente con tuorlo e uovo o sarebbe meglio tuorlo a panna e cuocere in forno statico a 180°.

spolverizzare di zucchero a velo e gustare vuote o farcite a piacimento.

Potete anche farcirle pre-cottura. per evitare che la farcia fuoriesca basterà congelare i ripieni che desiderate , ed inserirli al momento della formatura.

se vi è piaciuta la mia ricetta potete scriverlo nei commenti !

Seguimi su instagram mi trovi come @marzucca !

grazie per aver letto fin qui!

 

Post correlati

torta di carote

Teresa

pumpkin cake {torta di zucca}

Teresa

acqua sale rivisitata con tonno alalunga zarotti

Teresa

Lascia un Commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.