Ci risiamo, in un attimo siamo arrivati a luglio e non so nemmeno in che modo sia successo.
Volendo analizzare la cosa ,potrei facilmente dire che sono talmente indietro sulla mia tabella di marcia che potrei essere doppiata da agosto e settembre e trovarmi ancora qua, nello stesso identico punto, soltanto più trafelata e stanca; d’altronde non vi ho mai nascosto che l’estate è un periodo difficile, che il caldo, il lavoro, l’umanità rendono tutto questo invivibile quasi all’inverosimile.
Cerco come sempre però, di vedere il famoso bicchiere mezzo pieno, facendomi forza e coraggio e soprattutto per non dare aria alla negatività, che intorno a me, è sempre molto presente 🙄
Fatto questo che dovrebbe generare in me quell’ansia assurda che vivono quelle persone quando sono attorniate da maghi della magia nera, invece, fortunatamente , un pò per carattere e un pò perchè ci sono abituata , nun me ne può frega de meno! 😂😂
quindi va da se che in qualche modo si prova a superare tutte quelle paturnie , alcune veramente assurde, che va da se che sono fastidiose ma che Maronn’ mia, non sono insuperabili.
Voglio dire che contrariamente a chi gira l’auto e ritorna a casa se non trova parcheggio, se prendo una multa, se oggi non ho fatto la spesa e stasera per cena c’è SANTO DELIVERY, non mi vedrete certo strapparmi i capelli ,se non ho rifatto il letto passando la squadretta agli angoli e nemmeno se il vento ha portato foglie e fiori cadenti sul pavimento del portico; per queste cose non vado proprio in sbattimento, anche perchè io li vedo quelli che soffrono in queste situazioni , soffrono anche al posto mio e vi posso dire che non è una bella vita, nel senso , io non la farei.
Già si soffre , poi ci soffermiamo a discutere su quelle dimenticanze , che spesso sono inifluenti nello scorrere della quotidianità, ma che rappresentano la fonte primaria di stress e di infelicità che non è malcontento o fastidio, ma proprio infelicità per quelle persone che odiano vivere nel caos e che non smettono di farti notare quanto tu sia il caos.
Non a caso caos può essere l’anagramma di cosa e caso , suggerendo che da momenti di grande confusione mentale possono nascere idee e soluzioni inaspettate. Luciano de Crescenzo
E quindi perchè non approfittare della filosofia del Maestro e quindi cercare di apprendere che anche dalla confusione possono nascere cose belle, non è detto per forza che l’ordine sia bello, forse inizialmente da la sensazione di pulito , ordinato, ma dopo, osservandolo meglio , non vi mette i brividi? Parliamo di qualcosa che stimola creatività ed è quindi sinonimo di grande intelligenza 😁🤗 qui è come la lotta tra il bene e il male, l’yin e lo yang, il bianco e nero, insomma, qua si chiede di cambiare la natura del proprio essere e non mi pare proprio cosa.
Tra me e l’ordine, quello di tipo asettico, ci passa non solo il mare, ma direttamente tutti gli oceani messi in fila e la maggiore discussione in questa casa verte sempre sull’ordine delle cose, che non hanno un ordine e che vagano da un posto all’altro, in una continua migrazione 😂😂😂😂🙄🙄🙄🙄🙄
Se proprio vogliamo parlare di discussioni inifluenti, di quelle che ti tirano solo il nervoso dalla punta dei piedi e che se trovi una come me davanti, ti fa solo quel sorriso alla gioconda , ma che tradotto ti sto chiaramente mandando a quel paese , è quando, ti vedono, ti seguono su instagram (non leggendo ovviamente l’articolo sul blog) e serafici ti dicono: ma tu stai sempre sui social? ma cucini sempre? e tutte le mattine fai una storia sul caffè? e quante cose possiedi? E la domanda più fastidiosa su tutte è sempre la stessa: ma ti pagano?
e se non ti pagano, ma chi te lo fa fare?
Questo non è interesse in quello che fai, è quantificare il tuo valore attraverso un guadagno e dire chi sei in base agli zeri del tuo conto in banca.
E se non quantifichi, allora stai solo perdendo tempo.
Ma vi sentite? no, io non vi posso sentire, non vi ascolto proprio, vi sorrido e via, siete già scivolati dai miei pensieri.
Ed è forse per questo che non diventerò mai ricca nella mia vita.
Ma io non perdo tempo , io sto mettendo anima e corpo e chili in questa passione, immagino, penso e traduco in pasta e pizze e torte e brioche quello che ho pensato ; ho un’idea e la realizzo e poi la traduco e divulgo a quelli come me, che non sanno cucinare, ma anche a quelli che sono più bravi di me, che in questo mondo, disperso nella via lattea di qualche universo, non si finisce mai d’imparare.
E questa è una cosa che sottolineerò per sempre, io non sapevo cucinare, se non proprio livello sopravvivenza e quello che mi ha salvato sempre è stata la capacità di arrangiarmi, la creatività che non mi è mancata mai e questa grande resilienza , che quando ero giovane non sapevo nemmeno che si chiamasse resilienza, figuriamoci!
L’ho scoperto dopo. Ed ho detto tutto.
Quindi sappiate che non mi scalfirete con le domande clichè alla quale sono abituata, non mi sorprenderete con le critiche da banco della frutta, io sono abituata a combattere con i draghi tutti i giorni, con due figli adolescenti, una madre ottantenne e un marito che somiglia sempre più al sergente Hartman (quello di Full metal jacket ) una famiglia di pazzi , lavoro a contatto con la gente, gente di tutti i tipi, giovani, anziani, diversamente giovani, pazzi travestiti da normali e normali che diventano pazzi e vivo in posto bellissimo, dove tutti sanno tutto, quindi immaginatevi ,se la resilienza fosse una corazza, io ne ho una addosso che nemmeno ironman!
Sono armata di pazienza e di sorrisi e quando poi mi parte l’embolo eh vabbè siete fritti.
Mi faccio scivolare tutto ,
E anche se non mi scivola, mi passa dopo un pò, perchè se c’è una cosa che ho capito è che la vita è troppo breve per passarla continuamente arrabbiata, con le persone, con le cose che non vanno mai nel verso giusto e che se il corso degli eventi assume una piega, come dire , storta, bisogna trovare il bello anche in quella via storta.
Abbiamo bisogno di leggerezza 🎈 , di cibo buono 🍕, di tramonti bellissimi 🌅, di una bicchiere di vino freddo 🍷 e di vivere dei fatti propri e non di quelli degli altri.
E quindi, parlatemi e ditemi che perdo tempo, che passo le ore a fare cose che non producono denaro ma felicità ed io vi regalerò un sorriso, niente spiegazioni, ma solo sorrisi , da sembrare scema.
E con questo caldo che ci ha investiti, in queste settimane di temperature già altissime, non potevo che avere un’idea di felicità estremamente folle quanto gustosa : friggere!
immaginate , la mia cucina , centoseimila gradi, nonostante il finestrone 5×5 tutto aperto , il condizionatore rigorosamente chiuso che non sopporto l’aria e la padella pronta sul gas per dare inizio alla frittura; è un gradino meglio del forno acceso a 200° per cuocere il pane 😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂 che quando apri la porta del forno , sembra di essere nel deserto libico ! Aria calda dappertutto !
Qualcuno debole di cuore potrebbe avere un infarto! Io a parte qualche visione mistica , diciamo che me la cavo egregiamente, di fatto anche odiando il caldo nella maniera più assoluta, solo l’unica in questa casa che lo sopporta stoicamente e senza lamentarsi ogni cinque minuti!
E come direbbe la mia amica Antonietta montino, lamentarsi del caldo ogni cinque minuti non farà di certo abbassare le temperature 😂😂😂
Caldo africano a parte, considerato che potrei starmene tranquillamente a mare e che comunque non ci andrei mai e poi mai nelle ore che non siano dalle diciassette alle venti , altrimenti rischierei di liquefarmi , meglio dedicarsi alle mie ricette, tanto comunque in qualche modo dovrei portare a compimento pranzo e cena e credetemi, qui, nella gabbia dei leoni, al terzo giorno di insalate , cous cous e soluzioni fredde , reclamano solide certezze e sono già pronti con gli striscioni basta insalate, tu non ci vuoi bene, ci vuoi tutti denutriti 😅😆 e quindi, visto che la STURMTRUPPEN ha fame e alla causa non si può venire meno , io friggo e sto!
Ellosò che comunque si lamenteranno del caldo e dei gradi raggiunti, ma quando gli presenti le montanarine, guarda caso, poi non si lamenta più nessuno! E come mai?
😅😅😅😅😅😅😅😅😅
La montanarina o mantanara non è altro che una palletta di pasta cresciuta , ergo pizza, che viene fritta in olio caldo e condita con pomodoro e formaggio grattugiato. Nasce dalla tradizione contadina e prende il nome dai montanari che la portavano quando andavano a lavorare in montagna , come pranzo o colazione .
Le sue origine povere ed economiche la rendevano una pietanza facile e di basso costo da realizzare e quindi alla portata di tutti.
Nei miei ricordi d’infanzia, mia nonna e anche mia mamma, le preparavano spesso durante le lunghe estati raccogliendo i consensi di tutti, grandi e piccoli; l’esecuzione è semplice, acqua ,farina, lievito , olio e sale, ingredienti alla portata di tutti e facilmente reperibili .Il condimento classico da pizza fritta ( eh si, noi l’abbiamo sempre chiamata pizza fritta, poi con l’arrivo dei social ho scoperto che si chiamava montanarina) pomodoro fresco , formaggio e basilico et voilà, la cena era servita.
C’è da mettere in conto la frittura, argomento ancora tabù in molte molte case, ma se bello vuoi apparire, un pò devi soffrire 😁😁😁😁😁 e se vuoi qualcosa di effimero e gustoso, da qualche parte devi pur cedere 🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣
In occasione del ricettario di zarotti, la mia versione abbandona i gusti classici della montanarina ,per vestirsi in una veste più gourmet avvalendomi delle alici arrotolate sul cappero che l’azienda produce e che vanno a completare la ricetta dando quel tocco irresistibile.
Ovviamente quando si usano prodotti come le alici e in questo caso alici e capperi, bisogna bilanciare la sapidità del prodotto, che anche se è in olio d’oliva , rimane comunque molto marcata e quindi consiglio sempre di accompagnarla con formaggi dolci e neutri, come mozzarella, burrata, rabiola o certosa.
In questo caso ho utilizzato la robiola e l’accostamento si è rivelato gustoso e molto accattivante!
La soluzione perfetta se volete servire un aperitivo sfizioso e stupire i vostri commensali con questi bocconcini saporiti!
Vi lascio dunque la ricetta, ma prima vi chiedo, quanto siete resilienti?
Vi leggo 🧡
montanarine con crema di robiola e filetti di alici con cappero
ingredienti per circa 15 pezzi mignon
300 gr di farina 0
4 gr di lievito fresco
120 ml di acqua tiepida
10 ml olio di oliva
5 gr di miele
10 gr di sale
150 gr di robiola
sale, olio, pepe
buccia di limone 1 cucchiaio
erbe aromatiche a piacere (timo, timo limonato, basilico)
1 vasetto di alici con cappero zarotti
preparazione:
in una boule versate la farina , il miele e il lievito fresco.
Date una mescolata veloce con un cucchiaio.
Sciogliete il sale nell’acqua ed aggiungetelo gradualmente alla farina, mescolando sommariamente per far assorbire tutta l’acqua.
Lasciate l’impasto alquanto grezzo e copritelo con un coperchio o pellicola e lasciate riposare circa 20 minuti.
Riprendete l’impasto e aggiungete l’olio e iniziate a lavorare per incorporarlo alla pasta.
L’impasto risulterà già meno slegato e più uniforme.
Completate con una piega e coprite e lasciate lievitare a t ambiente per altri venti minuti.
Riprendete nuovamente l’impasto e lavoratelo facendo un’altra piega ( prendete i lembi di pasta alle estremità e ripiegateli su stessi) coprite e lasciate riposare per due ore o fino al raddoppio della pasta.
Quando l’impasto è pronto, trasferitelo su di un piano infarinato , lavoratelo leggermente ottenendo un filoncino e suddividetelo in porzioni
Ogni pezzo dovrà essere all’incirca di 20, 25 gr.
Lavorate ogni pezzo di pasta allargandolo e poi richiudendolo su stesso formando una palla, pirlate leggermente e ponete a riposare in una teglia infarinata distanziandole leggermente l’un l’altra, coprite con un cannovaccio e lasciate riposare per altri dieci minuti.
In un tegame dai bordi alti versate l’olio per friggere e portatelo a temperatura (io uso uno stecchino, quando forma le bolle è pronto)
immergete le vostre pallette di pasta leggermente schiacciate sulla sommità e friggetele da entrambi i lati finchè non risultano gonfie e dorate.
Scolatele su carta assorbente.
Preparate la crema di robiola, lavorando il formaggio con sale, olio, pepe, la buccia di limone e gli aromi triturati finemente.
quando le montanarine saranno tiepide, farcitele con una quenelle di robiola e completate con il filetto di alici e cappero.Ultimate e preparate tutte le vostre montanarine, trasferitele su di un vassoio e servitele!
Il vostro aperitivo è pronto! sfiziosissimo e gustoso e vi faranno anche un applauso per aver sfidato il caldo 😄😄😄😄
A me l’applauso non l’ha fatto nessuno 😂😂😂😂😂 ma hanno sicuramente gradito 😋😋😋😋😋😋😋
Vorrei solo fare una nota a questa ricetta:
la pizza fritta e la montanarina sostanzialmente sono la stessa cosa, la pizza fritta nella mia tradizione familiare , nel cilento di mare e come a napoli è quella allargata a disco e fritta e al centro si mette il condimento di pomodoro e formaggio; le montanarine più moderne invece sono queste pallette di dimensioni ridotte che vengono farcite , con creme e condimenti vari sulla sommità. Tutto sommato la pasta è la stessa, varia solo la metodologia di preparazione, questo a dire che potete tranquillamente farle larghe , soltanto che in questo caso dovete raddoppiare la dose in quanto con queste dosi ne verranno cinque sei al massimo.
Grazie per aver letto fin qui e se vi va , se vi piace questo lavoro, supportatelo con un ❤
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Grazie e alla prossima ricetta 😉